MUTSEU
  • Croce astile parrocchiale attribuita a Giovanni Mameli, fine secolo XVI

Argenti

La sezione degli argenti è particolarmente preziosa, in quanto espone pezzi di grande pregio che costituivano il corredo liturgico della parrocchia e delle chiese del Santo Sepolcro e Santa Lucia. I pezzi nell’insieme coprono un arco cronologico inquadrabile tra XVI e XVIII secolo. Accanto a esempi di produzione locale, figurano alcuni pregevoli lavori di manifattura genovese.

Tra i vari oggetti spiccano per importanza:

Croce processionale e coppia di candelabri di Giovanni Mameli: la grande croce in argento sbalzato e cesellato, completata con preziosi elementi a fusione e parzialmente dorata, proviene dalla chiesa parrocchiale di Sant’Eulalia ed è un esempio tra i più notevoli in Sardegna di croce astile di tipologia tardogotica. L’opera è attribuita per via documentaria all’argentiere cagliaritano Giovanni Mameli, che ne ricevette la commissione nel 1575. Su un lato è apposta la figura di Cristo, mentre sull’altro la Vergine circondata dai simboli dei quattro evangelisti. Con ogni probabilità il Mameli intervenne su un manufatto preesistente, di cui si conservano alcune parti. Allo stesso argentiere è assegnata la coppia di candelabri, realizzati con la stessa tecnica. Successivi alla croce, essi mostrano una interessante commistione di elementi gotici e classicisti e sono identificabili con quelli pagati all’artista nel 1607.

Croce processionale del Santo Sepolcro: di dimensioni più piccole rispetto alla croce parrocchiale di Giovanni Mameli, questa costituiva parte del corredo liturgico della chiesa del Santo Sepolcro. Realizzata con la stessa tecnica, risale ai primi anni del secolo XVII e ripete quasi invariati i raffinati caratteri tardo-gotici di tipologia sardo-catalana che caratterizzano le croci processionali del secolo precedente, con le terminazioni dei bracci gigliate e i profili crestati. Su un lato compare al centro l’effigie del Cristo crocifisso e sull’altro la Vergine Maria; quest’ultima figura è frutto con ogni probabilità di una aggiunta successiva. Rispetto alla croce del Mameli, che propone un nodo centrale molto elaborato a forma di tempietto con nicchie popolate di figure, questa del Santo Sepolcro mostra un nodo più semplice a pomo schiacciato con motivi decorativi a incisione.

Calice della Passione: l’opera, di altissimo livello esecutivo, fa parte del corredo della chiesa parrocchiale e costituisce un bellissimo esempio di calice barocco in argento sbalzato e cesellato di manifattura italiana della seconda metà del Seicento. Il calice colpisce soprattutto perché è caratterizzato dalla presenza di piccole figure a tutto tondo che compongono alcune scene della vita di Cristo. Nel nodo centrale, formato da alcuni angeli-cariatide che formano un piccolo spazio chiuso, troviamo una Natività, mentre nel piede, tra sinuose volute sostenute da teste di angeli, si svolge un Compianto, con il Cristo morto al centro. Sotto il piede è incisa la data 1673.

 Tronetto per esposizione eucaristica: il grande espositorio in lamina d’argento sbalzato e cesellato colpisce per le notevoli dimensioni e per l’effetto scenografico che comunica; proviene dalla chiesa di Sant’Eulalia e veniva utilizzato per l’adorazione eucaristica in occasione di cerimonie solenni e per le Quarantore. Mostra incisa la data del 1817 e la presenza del marchio a punzone con la torretta ci consente di assegnarlo a una bottega genovese. La struttura dell’opera è classica, a tempietto architettonico, con colonne scanalate sormontate da capitelli corinzi, al di sopra delle quali troviamo una sorta di sipario aperto con drappeggio decorato. Chiude la composizione una grande corona sormontata da una croce.