Una cava a cielo aperto
I tagli ortogonali nel banco di roccia rappresentano il più antico intervento umano riconosciuto nell’area. Infatti probabilmente fin dall’età tardo-punica (IV-III a.C.) era stata impiantata un’attività di cava a cielo aperto per l’estrazione di blocchi calcarei. Successivamente, in occasione della realizzazione di un santuario in questa area urbana (area 1), i tagli nella roccia furono colmati con polvere calcarea compressa in modo da ottenere un piano pavimentale uniforme. Il materiale di cava venne inoltre utilizzato per la costruzione di un muro di contenimento del thesaurus, di cui permangono tre filari in opera isodoma (tecnica muraria che prevede l’utilizzo di blocchi squadrati disposti in file regolari) con bugne in rilievo.