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  • Ruderi di Santa Lucia

Chiesa e area archeologica di Santa Lucia

La chiesa di Santa Lucia della Marina è di origine molto antica. L'area in cui sorge, nelle immediate vicinanze dello scalo portuale, ne ha sempre accentuato l'importanza nel contesto socio-religioso della città, in tutte le fasi del suo sviluppo. La sua esistenza è infatti già testimoniata in epoca precedente la fondazione pisana del Castello, avvenuta al principio del XIII secolo. La prima attestazione documentaria risale al 1119 quando, insieme ad altri beni, venne concessa al priorato benedettino di San Saturnino, appartenente ai monaci di San Vittore di Marsiglia, presenti a Cagliari dalla fine del secolo precedente. Nel 1263 la chiesa è poi menzionata nella relazione della visita pastorale effettuata in Sardegna dall'arcivescovo di Pisa Federico Visconti. Con la conquista catalana del 1326 e la conseguente risistemazione urbanistica del quartiere del porto, che assunse in quegli anni le caratteristiche che conserva ancora oggi, l'edificio venne a trovarsi inserito nella fitta maglia urbana cittadina, all'incrocio di tre strade, anche se allo stato attuale non si ha certezza sulla corrispondenza esatta del sito dell'edificio medioevale con quello odierno; alla metà del XVI secolo, comunque, esso è rappresentato nella prima veduta a stampa di Cagliari, nella stessa posizione che occupa ancora oggi.

Con la decadenza del priorato vittorino, nel 1405 la chiesa tornò nelle disponibilità dell'arcidiocesi e, al principio del Seicento, venne concessa all'Arciconfraternita della Santissima Trinità e Sangue di Cristo, che la amministró e la curò ininterrottamente fino all'ultimo dopoguerra.

Nei primi decenni del XVII secolo l'edificio venne totalmente ricostruito secondo i nuovi canoni controriformistici, assumendo caratteristiche simili a quelle di altre chiese cittadine costruite negli stessi anni, con uno schema a navata unica con sei cappelle laterali e volte a botte. Il presbiterio quadrato e sopraelevato era invece coperto con una elegante cupola emisferica. L’ingresso si apriva sulla via Barcellona, la principale arteria del quartiere.

La documentazione d’archivio testimonia anche che, nel tempo, la chiesa divenne un punto di riferimento per la nutrita comunità francese – in prevalenza provenzale – che risiedeva nel rione e che la scelse quale proprio luogo di sepoltura.

Nel corso dei secoli l'interno venne arricchito con interessanti arredi lignei e marmorei e opere d'arte, oggi in parte disperse e in parte visibili nel vicino Museo del Tesoro di Sant'Eulalia. All'inizio del Novecento (1910-1912) risale un altro importante intervento di restauro, che diede all'interno un nuovo apparato decorativo visibile nelle foto storiche. Scampata per due volte alla parziale demolizione già prevista dai piani regolatori di Gaetano Cima del 1858 e di Giuseppe Costa del 1890, che prevedevano l’allargamento della via Sardegna mediante l’asportazione delle cappelle del lato sud, e uscita pressoché indenne dai bombardamenti del 1943, la chiesa venne poi demolita quasi integralmente dal Genio Civile nel 1947, in quanto i nuovi piani urbanistici prevedevano al suo posto la realizzazione di una piazza. Abbandonato per decenni, il rudere della chiesa, di cui sopravvive tutto il lato destro con le cappelle laterali e la sacrestia, solo in tempi recenti è tornato a essere oggetto di attenzione da parte della comunità scientifica e della cittadinanza, con un intervento che ne ha promosso il restauro e la valorizzazione e una serie di campagne di scavo che stanno restituendo importanti tasselli della sua lunga storia.

Sul sito www.santaluciacagliari.com si trova il QR code per ascoltare la sintesi descrittiva sui ruderi della chiesa più antica posta entro le mura della città di Cagliari.