MUTSEU

MUTSEU

Cagliari
  • Cappella di San Pasquale
  • Cappella dell'Addolorata
  • Cappella di Sant'Andrea
  • Cappella laterale
  • Bussola policroma e dorata, 1786

Cappelle laterali

Nella seconda cappella a sinistra, entrando dal portone della navata, si trova l’altare dedicato a San Pasquale, raffigurato nel paliotto marmoreo. La cappella fu fatta costruire dal ricco conciatore Pasquale Boy,  benefattore oltre che di questa Arciconfraternita, anche della Congregazione del SS. Sacramento, cui donò diverse case e il terreno conosciuto oggi come “Ossigeno” e impropriamente dedicato al giudice Belly.

L’altare, la cui costruzione è  riconducibile alla seconda metà del Settecento, è costituito da una predella, con quattro plinti aggettanti sui quali si impostano altrettanti esili colonnine che suddividono in tre spicchi la parte centrale dell’altare: sull’architrave, decorata con volute vegetali, si appoggia una cornice che conteneva una tela,  ora scomparsa.

Di fronte all’altare di San Pasquale si trova quello dell’Addolorata: è in legno intagliato, policromato e dorato, attribuibile ad ignoto artista di inizio Settecento. La parte inferiore è costituita da un paliotto che presenta al centro i simboli della Passione di Gesù, mentre nella parte superiore, in due diverse teche, sono sistemati i simulacri del Cristo deposto dalla croce e della Madonna in abito di lutto.

Dopo la cappella dell’Addolorata, sulle pareti racchiuse da un’armoniosa bussola di fine Ottocento, ci sono due graziose edicole: in quella di destra è conservato l’antico stemma dell’Arciconfraternita, mentre in quella di sinistra è incorniciata una piccola tela raffigurante l’Addolorata.

Accanto a quest’ultima edicola si trova la porta che conduce al pulpito di cui è apprezzabile il paravoce in legno intagliato, policromato e dorato.

Adiacente al pulpito è la cappella di Sant’Andrea, raffigurato nel paliotto marmoreo, la cui statua lignea, scolpita da Antonio Lonis, era documentata esistente almeno fino al 1970. Nella teca in marmo, posta sopra i gradini dell’altare, è adagiato il simulacro della Vergine Assunta, raffigurata dormiente, secondo la tradizione greca, a lungo seguita in Sardegna.

La cappella successiva conserva un altare marmoreo arricchito da belle colonne spirali intarsiate in colori giallo e bianco e chiusa da un’elegante cupola. Sotto il pavimento si apre un capiente ossario, cui si accede da una botola apribile, dove sono state sistemate di recente ossa rinvenute negli scavi archeologici eseguiti nella chiesa parrocchiale di Sant’Eulalia e anche gran parte di quelle asportate dalla cripta di questa chiesa del Santo Sepolcro.

Nella cappella che si apre frontalmente a questa appena descritta è oggi esposto un crocifisso che, nei tempi della “diaspora” delle opere migliori di  questa chiesa, finì nella Parrocchia cagliaritana del SS. Crocifisso e qui, da alcuni sconsiderati, incendiato: la parte inferiore della scultura settecentesca è letteralmente carbonizzata.

 In questa cappella era stata riprodotta la Grotta di Lourdes: durante i recenti lavori di restauro si è pensato bene di rimuovere qul-l’intrusione, salvando l’altare ligneo settecentesco e utilizzandolo, nella navata, come mensa per l’Eucaristica. Nelle pareti del presbiterio sono state ricollocate due belle tele raffiguranti rispettivamente “La risurrezione di Lazzaro” (attribuita a Bartolomeo Castagnola,  operante in Sardegna tra il 1598 e il 1611) e un “San Nicola di Bari con Madonna e Bambino” (datata 1707 e firmata dal genovese Francesco Manzini).

La navata è  impreziosita dalla bussola policromata e dorata, datata 1786: nella “tribuna” realizzata sopra la bussola centrale è stato ricollocato l’organo a canne ottocentesco, dopo il “rientro” dalla Parrocchia di San Pio X, cui fu dato “in prestito” per alcuni decenni..

A fianco alla porta laterale destra della bussola si trova un’antica e elegante  pila per l’acqua benedetta.