Opere lignee
La raccolta delle opere lignee costituisce parte molto importante del Museo: sono manufatti di indubbio interesse storico-artistico e presentano produzioni di svariati ambiti culturali.
È certamente la composizione del Museo che ha maggiormente impegnato la Parrocchia nel tentativo di ridare dignità a opere che apparivano destinate a sicuro e irreversibile degrado.
Fatta eccezione per la Madonna degli abbandonati, databile agli ultimi decenni del Cinquecento, le altre rientrano nell’ambito sei-settecentesco.
Diversi di questi manufatti sono opera di intagliatori anonimi sardi (i Crocifissi, il Cristo alla colonna, la Regina Angelorum) ma il gruppo più consistente sia per qualità che per numero è produzione di botteghe napoletane. Alla bottega del Lonis, artista nato a Senorbì nel 1720 e formatosi artisticamente a Napoli, è sicuramente da attribuire i simulacro raffigurante San Giovanni Nepomuceno.
Altre sculture meritevoli di attenzione sono: Regina Angelorum, opera di ignoto intagliatore locale seicentesco ispiratosi nella realizzazione alla spagnola Vergine del Pilar; i simulacri di due "pie donne" uniche opere superstiti di due gruppi lignei più complessi, raffiguranti i personaggi evangelici presenti durante la deposizione di Gesù dalla Croce; la Madonna della sferetta e il San Francesco di Paola che, seppure lignei solo nel viso e nelle mani, esprimono particolare sensibilità. Insieme al gruppo scultoreo raffigurante la Pietà e a quello della già citata Madonna degli abbandonati, la statua policroma damaschinata raffigurante Santa Lucia è sicuramente scultura di buona mano. Altra opera lignea notevole è la Croce processionale con intarsi in madreperla. Il manufatto risale al secolo XVIII: al centro presenta il monogramma IHS e ai bracci scene raffiguranti i momenti della Passione di Gesù e i vari simboli e strumenti della stessa.