MUTSEU

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Cagliari
  • Croce astile parrocchiale attribuita a Giovanni Mameli, fine secolo XVI

Argenti

Nel Museo hanno trovato collocazione parte degli argenti che appartengono al corredo liturgico della Parrocchia di Sant’ Eulalia.
La ricchezza di lampade, croci, calici, pissidi e ostensori si spiega anche col fatto che a commissionarli era la Congregazione del Santissimo Sacramento, Arciconfraternita che disponeva di notevoli risorse finanziarie. Alcuni argenti sono significativi esemplari di barocchetto ligure-piemontese, presentano la punzonatura “a torretta”, caratterizzante le produzioni orafe degli artigiani genovesi. Appartengono all’ambito ligure due ostensori, un crocifisso in avorio con capicroce in argento, un’asta di croce processionale.

Ancor più significativi sono gli argenti prodotti in botteghe sarde e quasi tutti di pertinenza della Congregazione del SS..Sacramento. Attribuibili all’orafo cagliaritano Giovanni Mameli sono una coppia di candelieri e una croce astile databili alla fine del ‘500, richiamanti il modello sardo-catalano del gotico tardo. Opera di un altro artigiano locale di inizi del Settecento è la croce astile appartenente alla chiesa del Santo Sepolcro, inseribile nell’ambito del modello tardo-gotico, ma che presenta anche elementi decorativi rinascimentali e, in particolare, al posto della Madonna con Bambino la Vergine Immacolata. Insieme ad una decina di calici in argento dorato ilTesoro di Sant’Eulalia conserva una grande pisside in argento sbalzato e dorato e un magnifico esemplare di calice barocco, datato 1673, che presenta tra le volute del piede il compianto sul Cristo e nel nodo centrale la Natività, mentre nel rivestimento della coppa vi sono putti recanti i simboli della passione.

Oltre diverse corone, tutte in argento, usate per adornare alcune sculture lignee esposte nella chiesa parrocchiale, ilTesoro custodisce anche altri quattro ostensori, uno dei quali, di bottega sarda e di fattura molto arcaica, è stato donato di recente al Museo da Mons. Salvatore Lecca.